Ogni avventura che preveda di inoltrarsi in un territorio affascinante ma al tempo stesso delicato e che si ponga un traguardo ambizioso, ha bisogno di una mappa ben dettagliata. La nostra mappa è stata un’approfondita ricerca, con la quale abbiamo voluto sondare lo stato dell’arte della tradizione del carretto siciliano e i possibili scenari di mercato per il carretto del nuovo millennio.
Trinacria Bike Wagon è ai nastri di partenza. E per un progetto che si propone di innovare radicalmente una tradizione così antica come quella del carretto siciliano, è stato fondamentale innanzitutto operare una ricerca capillare che non soltanto fornisse un quadro organico di quella che è la situazione attuale delle maestranze impegnate in questa forma di artigianato, ma anche – e soprattutto – ne delineasse i potenziali scenari di mercato. Non dimentichiamoci infatti che obiettivo primario di Trinacria Bike Wagon non è tanto (o comunque non solo) quello di formare nuovi carradori, decoratori, siddunari etc. etc., quanto immaginare una seconda vita per il carretto siciliano. E questo vale tanto per gli aspetti progettuali e realizzativi quanto per le sue destinazioni d’uso e i potenziali sbocchi sul mercato.
La ricerca (condotta dall’associazione Sguardi Urbani, che del progetto è partner) prende il via da una mappatura degli artigiani ancora oggi attivi in Sicilia. Ne sono stati individuati 21, che hanno fatto da cartina al tornasole per quanto riguarda la salute delle attività artigianali legate al carretto in Sicilia. Il primo dato che emerge è che la provincia più “attiva” è quella di Catania, seguita da Palermo, poi Trapani e Caltanissetta al terzo posto e, infine, Agrigento.
L’indagine ha poi rivelato una serie di dati che si può dire fossero ampiamente prevedibili, come ad esempio che la stragrande maggioranza degli artigiani è composta da uomini, di età superiore ai 40 anni e che provengono da una tradizione familiare. Ma ci sono anche dati che sorprendono: ad esempio, la maggioranza ha appreso la propria maestranza in modo autonomo, l’ha scelta come professione primaria e, in numero uguale ai tradizionalisti, troviamo quelli che potremmo definire “innovatori” (ovvero che utilizzano macchinari di supporto nel processo di produzione e/o variano le decorazioni o i temi).
Ma, come si diceva, Trinacria Bike Wagon è un progetto che scommette su una nuova vitalità commerciale del carretto sciliano. E lo fa a tal punto da prefiggersi come obiettivo finale la costituzione di una startup che produca e commercializzi un prodotto che potremmo definire “Carretto 4.0”. Era ed è, quindi, fondamentale un’attenta analisi di mercato, ed in questo la ricerca ha dato risultati molto interessanti e al tempo stesso incoraggianti.
Se è vero infatti che negli anni ‘50 dello scorso secolo l’avvento dell’automobile e dei mezzi agricoli a motore sembrò quasi decretare la morte del carretto, con l’inizio del turismo di massa a fine secolo si registra un primo trend positivo. Il carretto, che un tempo era uno status symbol, assume ora un ruolo di testimone con il passato, oggetto iconico, tanto che – per fare solo un esempio – nel 2016 l’azienda internazionale D&G lancia la campagna “Frigoriferi d’arte” dando il via ad una serie di collaborazioni con artigiani del carretto e contribuendo a rendere nota e apprezzata a livello internazionale questa tradizione.
Gradualmente, ma costantemente, cambiano anche le funzioni del carretto. Da mezzo di trasporto al quale siamo tradizionalmente abituati a pensarlo, oggi non è difficile ritrovarlo quale oggetto da collezione, oggetto di arredamento in casa, elemento di allestimento per negozi, packaging di prodotti locali, etc.
Questi dati ci dicono in prima battuta almeno due cose: che non c’è limite alla fantasia relativamente alle forme e alle funzionalità che il carretto siciliano può ispirare. E soprattutto, che i mercati in cui questi prodotti possono trovare sbocchi sono sempre in crescita. Come la ricerca mette ben in evidenza, i potenziali “consumatori” possono essere i classici collezionisti e cultori della tradizione, ma anche consumatori “alla moda” desiderosi di seguire i trend dettati dai grandi marchi, immigrati di origine siciliana, ma anche proprietari di attività commerciali che vogliono puntare su questo elemento fortemente caratteristico per attrarre i turisti. E perchè no, gli stessi turisti, desiderosi di possedere “un pezzo” di Sicilia.
Insomma, pensare al carretto siciliano come ad un oggetto destinato esclusivamente ad abbellire le sale dei musei o a sfilare in qualche sagra di paese è – dati alla mano – fortemente limitante.
Purtroppo, però, accanto a questi dati incoraggianti, ci sono anche delle fragilità che l’indagine mette in evidenza e che non possono non considerare se non si vuole farsi trovare impreparati. Ascoltando le voci dei 21 artigiani da noi intervistati, i maggiori punti critici che emergono sembrano consistere in fattori esterni al comparto. Tra questi, la mancanza di scuole professionalizzanti e spazi adeguati nei quali gli artigiani possano lavorare, magari dando vita a interessanti sinergie, incentivi per valorizzare la pratica artigianale e renderla più redditizia, implementazione e attuazione di politiche lavorative a supporto dell’apprendistato in bottega e delle attività degli artigiani emergenti, e non ultima la questione della tutela del diritto d’autore. Questi solo per citarne alcuni.
Con il nostro progetto non pretendiamo ovviamente di risolvere tutti questi problemi. Ma abbiamo voluto svolgere questa ricerca perchè ci sembrava importante conoscerli, così come fondamentale ci sembrava sapere in che modo si è evoluta negli anni questa tradizione plurisecolare. Perchè è da quando abbiamo immaginato Trinacria Bike Wagon che siamo convinti che solo conoscendo e rispettando profondamente una tradizione, la si può innovare e mantenere viva.
Per maggiori informazioni, potete consultare la ricerca sia nella versione estesa che nella presentazione sintetica.
Ricordiamo che Trinacria Bike Wagon è un progetto realizzato da Lisca Bianca in collaborazione con Sguardi Urbani, Tan Panormi, Centro Studi Opera Don Calabria e Yam s.r.l., ed è sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD tramite il Bando Artigianato, promosso in collaborazione con Associazione OMA – Osservatorio dei Mestieri d’Arte di Firenze – tramite l’Iniziativa di valorizzazione dei mestieri artigiani del Mezzogiorno.
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