Aiutare chi aiuta gli altri, per imparare e per crescere.
Conclusa la lunga pausa estiva, il progetto A_Dig – “Artigianato digitale: percorsi di formazione/lavoro e inclusione sociale” – riparte subito alla grande. Lunedì 30 agosto, infatti, gli otto ragazzi partecipanti – tutti presenti all’appello – sono tornati in aula. Anzi, hanno fatto anche di più. Accompagnati dai docenti del corso, si sono recati nel quartiere San Giovanni Apostolo di Palermo (una volta denominato CEP) e più precisamente presso i locali dell’omonima Associazione, una Onlus che da quasi 30 anni opera attivamente sul territorio prendendosi cura di ben 180 bambini e, di riflesso, delle loro famiglie, rappresentando di fatto un vero e proprio cuore pulsante di inclusione sociale all’interno del quartiere.
Ad accoglierli c’era la direttrice Antonietta Fazio, al timone ormai da 20 anni. È grazie a lei che abbiamo conosciuto meglio la storia dell’associazione, nata per contrastare fenomeni come la dispersione scolastica dei più piccoli, per toglierli dalla strada mostrando loro alternative di vita positive e costruttive, attraverso lo sport e modelli culturali sani.
Naturalmente la struttura che ci mostra e le iniziative di cui ci parla hanno dei costi, che l’associazione riesce con sacrifici a coprire grazie a piccole donazioni e a quella che Antonietta chiama Provvidenza. E noi di Scalo 5B, attraverso il progetto A_Dig, abbiamo deciso di dare quantomeno una mano a questa Provvidenza.
Quella di ieri, infatti, non è stata una semplice visita anche se – soltanto per conoscere questa storia – ne sarebbe valsa la pena. Si è trattato di un vero e proprio sopralluogo “tecnico”, volto a effettuare i rilievi necessari in vista della realizzazione di alcuni arredi che verranno progettati e realizzati dai ragazzi del corso e quindi donati all’associazione San Giovanni Apostolo Onlus per renderne i locali più fruibili da parte dei bambini in particolare, ma anche dei tanti adolescenti e adulti che quotidianamente la frequentano.
Certo, donare è un bel gesto e lo facciamo con grandissimo piacere. Ma c’è un modo di vedere la cosa, che è anche quello che ci piace di più, molto meno “univoco”: è quello che guarda a questa iniziativa come ad un mutuo scambio. Se infatti è vero che i prodotti realizzati nella nostra officina saranno di utilità in un contesto improntato all’inclusione sociale e alla volontà di dare sane alternative di vita, è altrettanto vero che gli stessi valori e gli stessi obiettivi sono alla base del progetto A_Dig. Si può dire, quindi, che aiutare altre persone aiuta al tempo stesso i nostri ragazzi ad imparare un mestiere e, più in generale, a diventare essi stessi persone migliori.
Ricordiamo che il progetto A_Dig è promosso da Lisca Bianca ed è realizzato grazie al contributo dei fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese. Chi vuole saperne di più trova maggiori informazioni in questo articolo.
Con il proseguo del progetto sono previste altre iniziative simili. Seguiteci per tutti gli aggiornamenti.
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